La crescente scalata dell’e-commerce
L’e-commerce era un’attività già consolidata, ma tra il 2020 e il 2022 ha subito una vera e propria accelerazione: in questi anni di emergenza sanitaria c’è stato una vera e propria “corsa all’e-commerce” per ovviare alle misure stringenti di chiusura.
Ecco allora che tutte le attività che erano insicure, incerte oppure non erano intenzionate ad investire nel retail digitale, si sono messe in moto per avviare il processo di digitalizzazione, e anche in fretta, per non rischiare di rimanere fermi, o addirittura chiudere.
E la crescita continua: nel 2022 infatti, anche con il ritorno alla normalità, l’e-commerce ha registrato un +10% con un fatturato di 34 miliardi di euro.
Perché ho bisogno di un e-commerce?
La risposta è abbastanza semplice: per adattarsi al cambiamento. Un cambiamento che è non solo digitale, ma anche e soprattutto sociale, perché il consumatore di oggi non è più il consumatore di ieri.
Il consorzio Netcomm, durante il suo ultimo Netcomm Forum, tenutosi a maggio 2022, ha pubblicato un report in merito al nuovo customer journey che evidenzia come il percorso d’acquisto e le sue modalità sono totalmente cambiate.
La maggior parte dei settori merceologici registra un netto aumento degli acquisti online a discapito di quelli tradizionali che subiscono un forte calo.
I settori in questione sono: arredamento per la casa, fashion, beauty, accessori per la casa. Sorprendente il dato che riguarda il settore dell’enogastronomia: +54,2% di acquisti online e 34,3% di acquisti tradizionali.
Questo significa che tutti ormai riusciamo a concludere un acquisto online, perché siamo stati costretti ad imparare durante il periodo di lockdown, ma comunque ora che abbiamo scoperto la semplicità e la comodità di effettuare acquisti direttamente da casa o smartphone, non vogliamo comunque rinunciarvi.
Per questo c’è bisogno di una strategia omnichannel: integrare tutti i touchpoint del cliente, online ed offline, per dargli la maggior possibilità di scelta e un passo imprescindibile riguarda proprio la vendita online, che è un’opportunità per espandere il proprio business e innovare l’azienda.
Quanto costa aprire un e-commerce?
Dipende da tanti fattori. Sicuramente non ha le stesse spese e oneri fiscali di un’attività fisica, ma ha comunque dei costi legati alla progettazione, alla piattaforma che ospiterà il sito, alla manutenzione, all’advertising ed infine alla logistica.
I costi maggiori da sostenere sono legati alla progettazione e alla scelta della piattaforma da utilizzare: le più utilizzate sono WordPress con Woocommerce, Prestashop, Shopify e Magento.
La pubblicità per l’e-commerce, ovvero l’advertising online è la spesa minore, perché ha dei costi davvero contenuti rispetto alla classica pubblicità tabellare. Basta infatti un budget minimo per ottenere risultati brillanti, soprattutto attraverso la pubblicità di Google Ads, che offre diverse soluzioni e si può offrire un budget davvero ristretto.
L’ultimo tassello da dover implementare riguarda la logistica, che è comunque un punto di vitale importanza per l’e-commerce. Il cliente infatti deve poter ricevere la merce in breve tempo e soprattutto in modo sicuro e tracciato, soprattutto se si tratta di cibo.